domenica, giugno 19, 2011

Riportiamo i padri a casa


Oggi dopo la riunione Sacramentale, alcuni gentili membri del rione hanno donato dei pensierini ai padri nella stanza per la Festa del Papà. Dopo che lo ha ricevuto, ho guardato quello di mio marito: un pacchettino di biscotti con un pensierino. Ero tentata di aprire i biscotti e mangiarne di nascosto uno, ma mi sono messa a leggere il bigliettino. Mi aspettavo qualche frase sdolcinata sui papà, ma sono rimasta sorpresa (e compiaciuta), nello scoprire che era una semplice frase dal Proclama al mondo, una che avreste sentito un migliaio di volte:
“Per disegno divino i padri devono presiedere alle loro famiglie con amore e rettitudine e hanno il dovere di provvedere alle necessità di vita e alla protezione delle loro famiglie. La principale responsabilità delle madri è quella di educare i figli. In queste sacre responsabilità padre e madre sono tenuti ad aiutarsi l’un l’altro come soci con eguali doveri.”

Ho pensato fosse interessante, perché ho meditato su questa frase per le passate due settimane. Nella mia mente, questa è una delle più importanti, e potenzialmente più confusionari, passaggi del Proclama al Mondo. Perché confusionari? Perché secondo alcuni, l’istruzione sulle responsabilità primarie ed uniche di un marito e una moglie sembrano essere in conflitto con l’obbligo di essere genitori uguali.

Immaginate una situazione analoga.
Io e mio fratello torniamo a casa da scuola e troviamo un bigliettino di mia madre con la seguente frase:
“Fate in modo di portare a termine i vostri compiti prima che rientri. Stephanie tu sei responsabile della pulizia della cucina, e Josh, tu sei responsabile per la pulizia della sala. Ma in queste importanti responsabilità, mi aspetto che vi aiutiate l’un con l’altro come complici mentre non ci sono.”
Se queste fossero state le istruzioni lasciateci, penso che mio fratello ed io ci saremmo fissati con sguardo assente per un minuto e poi ci saremmo chiesti, “quindi vuol dire che entrambi dobbiamo pulire entrambe le stanze, oppure vuol dire che una volta che io pulisco la mia stanza posso andare a giocare? Cosa succede se io ti aiuto a pulire la tua stanza ma tu non mi aiuti a pulire la mia? Chi sarà nei guai se quando la mamma torna la cucina non sarà pulita? Solo io o entrambi? Perché la mamma non disse semplicemente, ‘Stephanie pulisci la cucina, e Josh pulisci la sala’, oppure ‘entrambi pulite entrambe le camere’?”

Ne stavo parlando con la mia amica Karissa l’altra settimana a colazione, e lei ebbe un’intuizione che mi è suonata vera. Un modo per interpretare questa parte del Proclama al mondo è che i padri hanno le redini in mano per ciò che riguarda il mantenimento, e le madri hanno le redini in mano per quel che riguarda la cura, e quindi questa posizione significa che hanno al responsabilità che gli obiettivi vengano raggiunti – questo non implica che essi siano coloro che lo faranno. Questo è come spesso vengono gestite le chiamate in chiesa. Pensate per esempio al vescovo, il quale ha la responsabilità che l’ordinanza del sacramento venga fatta in modo adeguato, ma non è lui che effettivamente la esegue ogni Domenica.

Questo fa sorgere la domanda, come dovrebbero essere divisi questi compiti in modo da agevolare gli uomini e le donne nell’essere “soci con eguali doveri”? Francamente, non penso ci sia una risposta semplice a questa domanda. Molto dipende non solo dalle circostanze personali di una famiglia precisa, ma anche dalle norme culturali di quella società particolare. Per esempio, in diverse epoche e società, il compito di educare e di mantenere la famiglia passò di mano in mano. Le mogli lavorarono al fianco dei loro mariti nelle fattorie di famiglia badando al raccolto e al bestiame così da dare le cose essenziali ai propri figli. In alcuni paesi del terzo mondo, è l’unica opzione per una famiglia che vuole sopravvivere. Pensate al mondo in cui Joseph Smith crebbe. Mucy Mac Smith e Joseph Smith Sr. lavorarono insieme, giorni difficili per mantenere una famiglia, e entrambi spesso lavorarono al fianco dei propri figli, insegnando loro l’integrità, la morale, l’etica e la gentilezza.

Poi la nostra società incominciò a cambiare con la rivoluzione industriale, portando i genitori fuori dalla casa e frenando le responsabilità del mantenimento e dell’educazione. La storica Linda Kerber, spiega che la “tecnologia industriale rimodella i contorni del lavoro domestico”, spingendo il lavoro del padre lontano da casa e lasciando la madre con la responsabilità finale dello sviluppo dei figli. Analogamente, in un articolo di Square Two, Michael Hardy osserva, “Durante questa era, la gente incominciò a lasciare la campagna, dove il lavoro, incluso quello dei genitori, era stato condiviso dai due sessi. Con l’urbanizzazione, i padri si avventurarono nella città per lavorare, e le madri si sobbarcarono completamente il compito di crescere i figli. La società consolidò i differenti ruoli economici dei due sessi, con gli uomini che guadagnarono l’abilità di fare soldi sul luogo di lavoro e avanzando nel mondo”.

Quindi, vediamo che la società americana è passata da una società nella quale era facile (o almeno più facile) per mariti e mogli collaborare  nei loro compiti di educare e mantenere. Questo sembra più difficile nell’era industriale, almeno uno dei genitori deve lasciare la casa (e difficilmente interagisce con i propri figli) così che la famiglia possa sopravvivere, solitamente era il padre che usciva di casa così da assicurare il mantenimento della famiglia, anche se l’ideale sarebbe che nessuno dei due genitori debba lasciare i suoi figli per un tempo così lungo e che entrambi siano in grado di continuare ad educare. Dopo tutto, come Anziano Faust disse nel suo discorso intitolato Papà, torna a casa, “Sia il padre che la madre sono dotati per allevare i figli”.

La buona notizia è che la nostra società sembra muoversi verso una situazione che favorisce una equa condivisione nelle responsabilità di genitori. Ho sentito persone dire che, mentre la rivoluzione industriale ha portato i genitori fuori dalle case, la rivoluzione tecnologica li può riportare in casa. Parte di questa discussione scaturisce dall’ultimo post di Kels sul dare alle donne opzioni di lavoro più flessibili così che non debbano scegliere tra lavoro e famiglia, ma penso che un aspetto importante di quella conversazione, che deve essere sottolineato, è il bisogno di incoraggiare i padri ad utilizzare anche loro il lavoro flessibile da casa oppure part-time. Per esempio, questo blog chiamato Equally Shared Parenting (Il lavoro del genitore condiviso equamente) ha molte grandi risorse e suggerimenti per i papà che vogliono mantenere la propria famiglia mentre mantengono un ruolo molto attivo nell’educazione.

Sfortunatamente, come un opinionista ha sottolineato, “le nostre norme culturali non aiutano i padri ad avere successo. In caso di divorzio, i padri faticano ad ottenere la custodia. Discrepanze tra programmi di lavoro e di scuola stanno facendo crescere la tensione in entrambi i genitori, ma gli uomini sostengono che la più grande barriere alla qualità del tempo speso in famiglia dipende dalle più lunghe ore di lavoro. E negli USA, dove la piaga dei padri assenti colpisce il sistema sociale, il congedo di paternità è raro. In altri paesi industrializzati, come l’Islanda, i neo papà hanno diritto a tre mesi di congedo pagato”. Questo autore inoltre cita uno studio recente della Oxford University che “predice che l’uguaglianza domestica non sarà raggiunta fino al 2050, quando uomini e donne divideranno i compiti domestici e la cura dei figli in modo paritario”. Michael Hardy ha inoltre osservato che le politiche statunitensi sul congedo di maternità e di paternità attualmente sono “meno indirizzate verso la famiglia di quelle Iraniane”. Penso che noi come mormoni dobbiamo metterci in prima linea nelle discussioni su come possiamo facilitare il riportare i padri a casa, e dargli il ruolo di provvedere alle loro famiglie e anche di nutrirle.

Passiamo molto tempo durante la festa della mamma discutendo la difficoltà nel bilanciare ciò che le mamme affrontano, ma spero che parleremo più spesso del bisogno che i padri hanno di trovare un equilibrio tra il lavoro e la vita familiare, e penso che dobbiamo dare più risorse e supporto ai papà che vogliono trovare questo equilibrio. Penso che queste discussioni siano necessarie per migliorare l’essere “soci con eguali doveri” tra mariti e mogli di cui si parla nel Proclama al mondo.

Voglio chiarire che so quanto benedetta io sia nell’appartenere a una chiesa che incoraggia i papà  a mettere le famiglie al primo posto, ad amare le proprie mogli e i propri figli, e a sacrificarsi per prendersi cura di loro, specialmente in un paese dove le madri single stanno crescendo, e molti uomini sembrano estremamente riluttanti a “legarsi”prendendosi la responsabilità di una moglie e di figli. Comunque, penso che abbiamo tanto lavoro davanti a noi per rendere la nostra società, una società che facilita le abilità di entrambi i genitori nel mantenere e curare i propri figli simultaneamente, così che entrambi siano in grado di veramente mettere i propri figli al primo posto e fare il lavoro più importante in casa.


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P.S. Amo QUESTO articolo scritto da un papà casalingo che discute le sue difficoltà nel trovare un equilibrio tra essere colui che mantiene la famiglia e l’essere un genitore coinvolto nelle vite di sua moglie e dei suoi bambini.

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